Associazione Culturale Mubat

Resistenza!

L’azione resistenziale al Sud

Nell’immaginario collettivo la parola resistenza è associata soprattutto alla lotta partigiana nel centro e nord Italia ma in realtà, nel 1943, gli sbarchi in Italia e l’armistizio determinarono l’occorrere di molti episodi di resistenza popolare, messi in atto da civili o da militari del regio esercito, o rappresaglie, talvolta senza motivazione, da parte delle truppe tedesche. Nelle narrazioni degli anziani le città si svuotano degli uomini che potevano essere considerati adatti al lavoro, i tedeschi mettono in atto una meticolosa azione di rastrellamento e deportazioni.

Il Generale Gonzaga

8 settembre ’43

Il generale Ferrante Vincenzo Gonzaga di Vescovato, appartenete a una dinastia di militari italiani, è il comandante della 222ma divisione costiera nella zona di Salerno proprio nei giorni della proclamazione dell’armistizio e nell’imminenza dello sbarco alleato. Nella notte tra otto e nove settembre viene convocato in località Buccoli, in provincia di Salerno, presso il comando tedesco ma si rifiuta di cedere le proprie armi e le postazioni della divisione al collega tedesco Von Alvensleben, con il quale aveva collaborato fino a poche ore prima. Uno dei soldati presenti nel comando tedesco lo fredda non appena il generale avvicina la mano alla pistola. Il generale fu il primo alto ufficiale ucciso dopo l’armistizio dai tedeschi.

Principe Ferrante Vincenzo Gonzaga di Vescovato

La battaglia di Scafati

28 settembre ’43

Scafati si trova lungo la strada principale per Napoli. L’avanzata degli Alleati prevedeva il passaggio di questo piccolo centro abitato, occupato però dall’esercito tedesco che aveva predisposto una tenace resistenza nei pressi del ponte del fiume Sarno all’ingresso della città.

Scafati si trova lungo la strada principale per Napoli. L’avanzata degli Alleati prevedeva il passaggio di questo piccolo centro abitato, occupato però dall’esercito tedesco che aveva predisposto una tenace resistenza nei pressi del ponte del fiume Sarno all’ingresso della città.

All’arrivo degli alleati, un gruppo  di civili, che poi verrà denominato Gruppo 28 settembre, guidati da Vittorio Nappi, avvisò l’armata britannica in avanzata del pericolo tedesco. I britannici dunque optarono per in città attraverso un ponte secondario sconosciuto ai tedeschi, mentre altre divisioni accerchiarono il nemico costringendolo alla ritirata dopo una lunga e sanguinosa battaglia combattuta tra il 28 e il 29 settembre.

Le quattro giornate di Napoli

27 settembre ’43

Napoli, città strategica in quanto uno dei più grandi porti del Mediterraneo, fu liberata dai tedeschi prima che giungessero gli alleati.

La città non fu scelta quale obiettivo dello sbarco in quanto ritenuta troppo difficile da aggredire a causa delle difese tedesche eppure la popolazione insorse, da un lato esasperata dall’atteggiamento vendicativo dei nazisti, motivata dall’altro dal vicino fronte di Salerno.

In questo contesto le medesime considerazioni, ma di segno opposto, orientarono l’atteggiamento del comando tedesco.

Sull’evolversi della situazione pesò l’arrendevolezza del comando militare italiano che non oppose alcunché alle richieste tedesche, in contrasto con le (poche) indicazioni del governo Badoglio.

Se quindi è vero che la Liberazione di Napoli fu certamente resa possibile dall’incedere alleato dall’altro occorre sottolineare che la resistenza locale consentì di salvare centinaia di vite e di infrastrutture che i tedeschi avrebbero sacrificato alla dottrina della “Terra Bruciata”.

Episodi insurrezionali si erano manifestati già agli inizi settembre e si intensificarono con le uccisioni e i rastrellamenti effettuati dagli occupanti: migliaia di italiani furono ammassati in campi di detenzione improvvisati, moltissime infrastrutture furono minate. Alcune di essere finirono distrutte molte altre salvate dagli accordi che gli insorgenti definirono con il tedeschi in ritirata.

Naples 1943, Italians battle nazis before Allied arrive
Allison Collection: Naples, the Generals Radice, Carlino, Salla are rescued by the Carabinieri. The three Italian Generals were in charge of the defense of Naples.

Le deportazioni e le rappresaglie naziste

Dall’atlante delle stragi naziste scopriamo che ci furono 261 vittime in 58 episodi tra Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata, ben 1409 vittime in 501, un numero molto alto se si considera la brevità del tempo in cui tali tragedie si consumarono.

Nel Napoletano e nel Casertano, zone nelle immediate retrovie del fronte, i tedeschi consumarono numerose vendette, sperimentando, in un tragico laboratorio, l’atteggiamento di intimidazione e rivalsa nei confronti delle popolazioni inermi che contraddistinse la seconda parte della guerra di Liberazione.

Nella loro risalita lungo la penisola anche i Canadesi inquadrati nell’ 8th armata furono testimoni delle stragi naziste.

In queste due foto viene documentata la sepoltura di 16 uomini uccisi a Rionero per rappresaglia: un italiano aveva sparato a un soldato tedesco per protestare contro la razzia dei polli e i suoi commilitoni hanno arrestato e ucciso 16 persone