Associazione Culturale Mubat

La Campagna d’Italia. Gli eventi dell’estate del ’43

Operazione Husky

La prima tappa della Campagna d’Italia fu la Sicilia, punto strategico e facilmente raggiungibile dal Nord Africa dove gli Alleati avevano conquistato terreno facendo ritirare le forze armate dell’Asse. Lo sbarco prese il nome in codice di Operazione Husky ed ebbe inizio all’alba del 10 luglio 1943. Vi presero parte le due grandi unità alleate: la VII Armata statunitense al comando del Generale Patton e l’VIII Armata britannica al comando del Generale Montgomery riunite nel XV Gruppo d’armate sotto la responsabilità del Generale britannico Alexander.

Piano d’azione invasione della Sicilia.

Il piano d’operazione dopo lo sbarco prevedeva contemporaneamente l’avanzata della VII armata statunitense verso Palermo per occupare la parte occidentale dell’isola, mentre l’VIII armata britannica avrebbe dovuto marciare verso la parte centro orientale fino a Messina, compiendo così un’azione a tenaglia che avrebbe sorpreso e imprigionato l’esercito dell’Asse.

IWM – 2nd Seaforth Highlanders (as part of the 152nd Brigade in the 51st Highland Division ) near Noto, 11 July 1943

Da Messina a Cassibile: L’Italia cede agli Alleati.

Nonostante da un punto di vista militare l’operazione non ebbe l’esito sperato, ovvero accerchiare le truppe italo tedesche, in realtà lo sbarco in Sicilia influenzò in maniera determinante l’opinione pubblica e i dirigenti politici italiani.

Naval History and Heritage Command – Allied operations: General Bernard L. Montgomery and General George S. Patton Sicily

National Archives and Records Administration – Italy surrenders: gen. Geoffrey Keyes with gen.Giuseppe Molinero

Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo – scenes of joy in Italy, Milan July 26 1943

La presenza delle truppe alleate sul territorio nazionale determinò la caduta del governo fascista e la firma dell’armistizio. Dopo poco più di quindici giorni dallo sbarco delle truppe alleate in Sicilia, il 25 luglio 1943, Benito Mussolini fu destituito. Il 3 settembre l’Italia sigla a Cassibile l’armistizio

L’incarico di formare un nuovo governo fu affidato dal Re Vittorio Emanuele III al Maresciallo Pietro Badoglio, con l’ordine di continuare la guerra e mantenere l’alleanza con Hitler.

Caduta del Fascismo – 26 luglio 1943 – Prima pagina – La-Stampa

The 51st (Highland) Division’s Farewell to Sicily

La brutalità della guerra non sempre è in grado di fermare la creatività umana, che spesso compare come strumento di evasione dalla quotidianità bellica. Il capitano scozzese Henderson, a Linguaglossa nei pressi di Catania, ascoltò i membri della 153ª brigata della 51st Division intonare un motivo per cornamusa, Farewell to the Creeks. Ispirato da questa musica, Henderson scrisse le parole del brano che prese il nome di “”The 51st (Highland) Division’s Farewell to Sicily“. Anni dopo Bob Dylan affermò di aver tratto ispirazione proprio da quella composizione per la sua The Times They Are a-Changin’ .

“Banks of Sicily (The 51st Highland Division’s Farewell To Sicily)” di Niall Townley

Operazione Baytown

Gli Alleati continuarono le operazioni militari procedendo l’avanzata verso tutto il Mezzogiorno d’Italia, risalendo la Calabria e la Puglia attraverso due rispettive operazioni militari.

Il 3 settembre 1943 ebbe inizio la vera e propria campagna d’occupazione dell’Italia continentale. A Reggio Calabria, sotto il nome di “Operazione Baytown”, sbarcarono l’XIII Corpo dell’VIII Armata britannica e la I Divisione canadese. Tale operazione consentì di ottenere una testa di ponte nella punta dello stivale d’Italia e di avvicinare le altre truppe dei corpi d’Armata a Salerno e Taranto, dove erano previste le successive operazioni.

Lo stesso 3 settembre 1943 il Governo Badoglio decise di firmare definitivamente l’armistizio con gli Alleati sancendo così la fine dei rapporti d’alleanza con le forze dell’Asse e il conseguente passaggio dalla parte delle potenze di Usa e Gran Bretagna. Con una decisione controversa, la firma dell’armistizio venne tenuta nascosta e rivelata alla popolazione e alle Forze Armate solo il successivo 8 settembre.

Caccia al nemico: la guerra è alle porte!

Nonostante l’Italia avesse assunto l’ambiguo status di “co-belligerante” con gli Alleati, il territorio era occupato dalle truppe della Wehrmacht tedesca, che ebbero l’ordine di neutralizzare le forze armate italiane e occupare militarmente la penisola. Le operazioni di sbarco degli Alleati divennero dunque decisive per garantire la ritirata delle truppe tedesche e la liberazione delle città italiane dal nemico.

Il sacrificio dei militari italiani

Ogni guerra porta con se la propria eredità di caduti, che confluiscono nelle anonime statistiche che provano a ricostruire la crudeltà degli eventi bellici.

Anche nel mezzo di eventi così estremi, alcuni episodi assumono un significato più intenso nell’illustrare la durezza di una guerra. L’8 settembre rappresenta un drammatico spartiacque che per opposte ragioni descrive l’irragionevolezza della sorte che toccò ai militari coinvolti.

Il 7 settembre 1943, ad armistizio già firmato da qualche giorno, il sommergibile Velella, comandato dal tenente di Vascello Mario Patanè, venne inviato nel Mediterraneo con altri sommergibili per operazioni di disturbo contro la flotta alleata. Fu avvistato dal sommergibile inglese Shakespeare mentre era in emersione, e affondato. I 51 marinai del Velella giacciono ancora sul fondale al largo di Santa Maria di Castellabate.

Operazione Slapstik

Il 9 settembre 1943, con un piano di invasione simultaneo, vennero avviate le operazioni di sbarco a Taranto e Salerno. A Taranto l’operazione venne coordinata dalla I Divisione aviotrasportata britannica in collaborazione con la Royal Navy con lo scopo di conquistare gli strategici porti di Taranto e di Brindisi.

L’operazione era stata suggerita dal governo Italiano probabilmente in previsione dello spostamento del re e del governo, cosa che avvenne proprio nelle prime ore del 9 settembre, a Brindisi, dove l’esercito italiano aveva preso il controllo del territorio. Le navi italiane della flotta uscirono dal porto per consegnarsi agli inglesi a Malta e fu indicato agli inglesi come superare i tratti minati per entrare in porto.

L’attacco ai porti e aeroporti pugliesi doveva fornire anche un diversivo per evitare una resistenza eccessiva delle forze tedesche a Salerno ma in realtà mentre Kesselring predispose dei piani difensivi efficaci, il generale Richard Heidrich in Puglia optò per una ritirata strategica per cui le truppe tedesche si limitarono a combattimenti circoscritti per coprire la ritirata.