Lo sbarco a Salerno, il rischio di una nuova Dunquerque
La strategia militare
Una delle tappe fondamentali della Campagna d’Italia messa in atto dalle forze Alleate prese il nome in codice di “Operazione Avalanche”. L’occupazione della zona del Salernitano fu uno dei più grandi sbarchi anfibi messi in atto durante la Seconda guerra mondiale, secondo per importanza solo all’ “Operazione Overlord” in Normandia. La zona di Salerno era ritenuto un punto strategico per la conquista di Napoli e del suo golfo.
Le operazioni furono guidate dal Generale Mark Clark, a capo della V armata, e dal Generale Bernard Montgomery, alla guida dell’VIII armata. I due generali optarono per una manovra a tenaglia, dividendosi lo spazio costiero a ridosso delle gole del fiume Sele. Le spiagge a sud del Sele spettarono ale alcune divisioni della V Armata statunitense, quelle a Nord invece ai britannici. L’obiettivo degli americani era di avanzare verso le zone interne del Sele, passando da Altavilla Silentina mentre i britannici avrebbero completato la manovra a tenaglia passando da Battipaglia a Eboli, occupando le zone collinari sopraelevate e ottenendo dunque il completo controllo militare della zona.
National Archives Records Administration- british soldiers watch from their transport as a royal navy destroyer National Archives Records Administration- Anti-aircraft tracers pattern the sky National Army Museum – Disembarkation of men and equipment from a landing ship IWM – General beach scene viewed from the deck of a landing craft. North Sele River
Completata la prima manovra, tre battaglioni di Rangers dell’U.S. Army sarebbero sbarcati a Maiori conquistando prima la zona costiera e avanzando poi verso i monti interni dai quali si poteva raggiungere facilmente lo snodo Nocera-Pagani, che avrebbe aperto la strada verso la piana di Napoli. Contemporaneamente, a Vietri sarebbe sbarcato il commando n.2 della British Army insieme al commando n.41 dei Royal Marines, con l’obiettivo di controllare il percorso della statale n.88 che collega Salerno, Avellino e Benevento e alla quale si incrocia la statale n.18 Salerno-Cava de’ Tirreni.
The Hampshire Lane
I tedeschi però non si fecero cogliere impreparati e organizzarono una difesa che rese difficile il compito all’Ottava Armata.
Uno degli episodi più drammatici per gli inglesi fu quello che occorse al Royal Hampshire Regiment in una stretta stradina che dalla spiaggia conduceva all’aeroporto di Montecorvino, per questo denominata successivamente Hamspshire Lane.
Due compagnie del 5 ° battaglione furono colte allo scoperto da un contrattacco tedesco con carri armati. Il comando del battaglione rimase intrappolato con molti uomini tra le pareti di quella stretta corsia, chiusa lateralmente da muri. Un carro armato avanzò sparando, causando numerosi morti e feriti. Alla fine della giornata il 5° battaglione aveva perso cinque ufficiali, 35 uomini e più di 300 tra feriti e prigionieri.
La resistenza dei tedeschi e l’ordine di reimbarco
La difesa tedesca aveva come principale obiettivo quello di ritardare l’azione degli Alleati per proteggere la risalita da sud del grosso delle truppe.
Il Generale Kesserling elaborò una strategia militare che, grazie anche alla determinazione dei reparti tedeschi, fu cosi efficace da produrre una tenace resistenza e una serie di contrattacchi che costrinsero i britannici anche a ripiegare più volte da obiettivi strategici rilevanti, quali ad esempio Battipaglia.
L’intera operazione fu sul punto di fallire e il generale Clark diede ordine di cominciare a predisporre piani di reimbarco delle truppe.
Quale sarebbe stato l’impatto del fallimento di “Avalanche” sulla Campagna d’Italia e su tutta la guerra?
la 51st (Highland) Division e l’ammutinamento di Salerno
Lo sbarco di Salerno vide realizzarsi anche un episodio estremamente singolare, l’ammutinamento più numeroso della storia militare inglese (Salerno Mutiny).
La 51st Division aveva già combattuto in Francia e si era distinta nella campagna d’Africa, partecipando, con moltissime perdite alla battaglia di El Alamein.
La divisione partecipò anche all’invasione della Sicilia, dalla quale molti uomini vennero re-imbarcati nuovamente per l’Africa per motivi di salute. Dopo la convalescenza, in 1500 accettarono di tornare al fronte, ma anziché essere riaggregati alle loro divisioni vennero inviati a Salerno. Lì, 300 veterani rifiutarono di aggregarsi ad altri reparti.
Dopo l’intervento del generale Mc Creery, alcuni accettarono gli ordini ma circa 190 rimasero fermi sulle proprie posizioni. Rispediti in Algeria, vennero condannati a 12 anni di lavori forzati, e i tre sergenti promotori dell’ammutinamento alla pena capitale. Le pene dei primi verranno cancellate e quelle dei tre sergenti commutate successivamente in detenzione.
Intensificati i bombardamenti navali e aerei
Il successo di “Avalanche” fu alla fine determinato dall’impiego dell’artiglieria navale e dalla superiorità aerea. Gli Alleati, oltre a utilizzare gli aeroporti del Sud Italia già occupati, costruirono diversi campi di atterraggio provvisori: in riva al Tusciano, a contrada Serretelle e a Capaccio.
La Panzer Division tentò gli ultimi contrattacchi in particolare da Battipaglia, riconquistata dopo l’iniziale ritirata.
La superiorità dell’artiglieria alleata determinò il fallimento dei contrattacchi ma nel frattempo non furono risparmiate né le città della Piana del Sele, né quelle delle alture nelle immediate vicinanze. In particolare a Buccino e ad Altavilla, dove il generale Clark sospettava che i tedeschi fossero nascosti nei villaggi, furono effettuati attacchi durissimi. Allo stesso modo, Battipaglia venne completamente rasa al suolo dai bombardamenti.
La storia di Hogan, Crew e Judd
Tre uomini del 9° Battaglione Fucilieri Reali furono costretti a nascondersi per cinque giorni a Battipaglia, intrappolati dal contrattacco tedesco: il Sergente Danny Hogan di Hammersmith, il Vice Caporale F. Crew di Shoreditch, e il Sergente S. Judd di Erith. Il 9° Fucilieri Reali era entrato nella città di Battipaglia alla mezzanotte del 9 settembre 1943. Non ci fu opposizione, ma alle 8 del mattino del 10 settembre 1943 il Battaglione fu tagliato fuori dall’avanzata tedesca. Trentanove uomini rimasero nascosti in una casa nel centro della città. Il nemico perquisì i piani inferiori e installò il quartier generale proprio nella casa di fianco. I Fucilieri non avevano né acqua né cibo, uno di loro a turno faceva la guardia per impedire agli altri uomini di russare. Il quarto giorno il Sergente Hogan si offrì volontario per trovare una via di fuga. Raggiunse il ponte Fosso e riferì delle posizioni nemiche nella città. I bombardieri colpirono la città, ma senza riuscire a scacciare i tedeschi, che nei giorni successivi perquisirono la casa prendendo 34 prigionieri. Judd e Crew salirono al secondo piano della casa accanto e si nascosero. Dopo un’ora fuggirono, sfruttando la copertura di un successivo bombardamento.
La fine della battaglia di Salerno
Verso la metà di settembre l’esito della battaglia apparve sempre più decisamente a favore degli Alleati e i tedeschi cominciarono a predisporre una ritirata in sicurezza verso posizioni più difendibili.
IWM – A German prisoner is assisted off the field of battle IWM – auto tedesca finita fuori strada nel tentativo di sfuggire agli inglesi nei pressi di Battipaglia IWM – Infantrymen resting on the steps of a farmhouse which they had previously assaulted. Tusciano river National Archives – British soldier clearing land mines, using a mine detector, on Red Beach National Archives – USS LST-357 shrouding herself in smoke while unloading on green beach,